Ransomware e Volumi crittografati
Inviato: 24/04/2019, 11:38
Ciao,
non sono un esperto di sicurezza, anzi, sono il tipico utente con un livello base di queste nozioni ma con la consapevolezza dei rischi, e della certezza, del fatto che è sempre possibile perdere i propri dati importanti per un motivo o per l’altro.
Mi è quindi venuto un dubbio in merito all’uso di volumi crittografati e del pericolo di vederli “distrutti” a causa di un ransomware.
Mi chiedevo infatti se creare sul NAS un volume crittografato ove riversare dati importanti possa in un certo senso proteggerli da un attacco di questo tipo (localmente intendo, ovviamente ho un backup classico su disco esterno).
Se il volume all’accensione del NAS è infatti bloccato, un ransomware credo non possa attaccare le cartelle in esso contenute (ad esempio diffondendosi alla cartelle collegate come cartelle di rete in un pc windows ma che infatti non sono accessibili finché il volume non viene sbloccato/montato) è corretto?
Nel momento in cui viene sbloccato però il ransomware potrebbe a quel punto avere accesso e silenziosamente crittografare i dati e fare il danno, giusto?
Diversamente, usare un volume non crittografato e creando in esso una cartella protetta da password, è un livello di “sicurezza” (passatemi il termine) inferiore?
Ovvero, se si inserisce la password e si sblocca la cartella direi che si cade direttamente nel caso sopra appena citato, ma se la cartella resta bloccata il ransomware potrebbe “crittografare la cartella crittografata” oppure il sistema operativo impedisce l’accesso alla stessa finché bloccata?
Grazie in anticipo a chi mi scioglierà i dubbi.
Ciao.
non sono un esperto di sicurezza, anzi, sono il tipico utente con un livello base di queste nozioni ma con la consapevolezza dei rischi, e della certezza, del fatto che è sempre possibile perdere i propri dati importanti per un motivo o per l’altro.
Mi è quindi venuto un dubbio in merito all’uso di volumi crittografati e del pericolo di vederli “distrutti” a causa di un ransomware.
Mi chiedevo infatti se creare sul NAS un volume crittografato ove riversare dati importanti possa in un certo senso proteggerli da un attacco di questo tipo (localmente intendo, ovviamente ho un backup classico su disco esterno).
Se il volume all’accensione del NAS è infatti bloccato, un ransomware credo non possa attaccare le cartelle in esso contenute (ad esempio diffondendosi alla cartelle collegate come cartelle di rete in un pc windows ma che infatti non sono accessibili finché il volume non viene sbloccato/montato) è corretto?
Nel momento in cui viene sbloccato però il ransomware potrebbe a quel punto avere accesso e silenziosamente crittografare i dati e fare il danno, giusto?
Diversamente, usare un volume non crittografato e creando in esso una cartella protetta da password, è un livello di “sicurezza” (passatemi il termine) inferiore?
Ovvero, se si inserisce la password e si sblocca la cartella direi che si cade direttamente nel caso sopra appena citato, ma se la cartella resta bloccata il ransomware potrebbe “crittografare la cartella crittografata” oppure il sistema operativo impedisce l’accesso alla stessa finché bloccata?
Grazie in anticipo a chi mi scioglierà i dubbi.
Ciao.